L’ATLANTE DEI VINI PASSITI ITALIANI
E’ in libreria il primo Atlante dei Vini Passiti Italiani, un volume dedicato a una tipologia di prodotti che rappresentano l’eccellenza e la tradizione dell’enologia del nostro Paese. Il volume nasce grazie a un progetto di ricerca del Centro Nazionale Vini Passiti, con sede a Montefalco, progetto realizzato dall’Associazione Nazionale Città del Vino, la rete italiana dei 550 Comuni Doc.
L’opera, pubblicata da Edizioni Gribaudo, tratta con dovizia di particolari il panorama dei passiti italiani, con schede informative sui metodi di appassimento, i vitigni, le caratteristiche dei territori d’origine, le caratteristiche enologiche e sensoriali dei vini, un elenco di produttori e un ricco corredo fotografico.
L’Atlante dei Vini Passiti Italiani è il risultato di un lavoro di ricerca finanziato dalla Fondazione Centro Nazionale Vini Passiti e dal Gal Valle Umbra e Sibillini, attraverso l’iniziativa leader plus “Le valli della qualità”.
I contributi scientifici sono del professor Attilio Scienza, dell’Università di Milano, coordinatore scientifico del progetto; di Paolo Kransig e Luca Toninato, della cooperativa Ager; dell’Università di Milano, dipartimento di Produzioni Vegetali e infine di Luca Pollini, dell’Enoteca Italiana di Siena, per la parte legislative sui disciplinari di produzione.
L’importanza storica dei passiti è testimoniata dai ritrovamenti di mosti cotti risalenti a 5 mila anni fa tra il Tigri e l’Eufrate, dove ebbero origine i vini dolci, che poi ebbero molta fortuna nelle civiltà antiche per la loro conservabilità. Oggi la cultura mediterranea utilizza il sole per l’appassimento delle uve, la viticoltura atlantica ricorre a un fungo, la botrite, mentre in alcune regioni del Nord Europa si ottengono eiswein, vini del ghiaccio, attraverso la concentrazione a freddo.